Qui troverete i nostri comunicati stampa dell'anno 2020.
La riforma delle prestazioni complementari (PC), che entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, andrà a vantaggio degli anziani sotto alcuni aspetti, ma purtroppo lascerà irrisolte varie questioni di carattere strutturale. Se nel 2021 si farà leva sui punti giusti, si otterrà non solo un sostanziale sgravio delle uscite per le PC, ma anche un miglioramento della situazione di molte persone anziane bisognose di sostegno.
La povertà fra gli anziani è ancora molto diffusa, ma non c’è motivo di vergognarsene. In nessuna fascia di età, infatti, il patrimonio e il reddito sono distribuiti in modo tanto diseguale come fra gli ultrasessantenni. Ancora oggi, un pensionato su otto non può fare a meno delle prestazioni complementari (PC) per soddisfare il proprio fabbisogno vitale. «Questo dato evidenzia non solo quanto siano importanti le PC, ma anche come esse non facciano altro che colmare la lacuna derivante dal fatto che l’AVS non riesce ad adempiere al mandato costituzionale di garantire il sostentamento delle persone anziane» sottolinea Alain Huber, direttore di Pro Senectute Svizzera. Da oltre 100 anni Pro Senectute, la più grande organizzazione svizzera di categoria e di servizi e prestazioni a favore dei pensionati, si impegna per combattere la povertà nell’anzianità. E l’ha fatto anche nell’ambito della recente riforma della legge federale sulle prestazioni complementari, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2021. «La riforma viene incontro alle esigenze degli anziani in alcuni aspetti importanti, come l’adeguamento delle spese di pigione computabili. Nel nostro ruolo di maggiore organizzazione attiva a favore delle persone anziane, ci siamo battuti molto perché ciò avvenisse», spiega Huber, ammettendo però: «Bisogna comunque tenere alta la guardia. Il 2021 sarà l’anno chiave per gettare le premesse indispensabili affinché la povertà nell’anzianità possa essere contrastata efficacemente.»
Serve un passo avanti
Con l’adeguamento delle spese di pigione computabili la riforma imbocca la direzione giusta, ma non terrà il passo con il carattere dinamico degli affitti. C’è però un punto fondamentale rispetto a cui si potrebbero rafforzare finanziariamente le PC nel lungo termine senza penalizzare gli anziani: diminuire l’entità della copertura sui costi relativi alle case di cura e dirottare maggiori fondi verso il sostegno a domicilio. «Nel 2019 il 60 per cento delle prestazioni complementari all’AVS è andato a favore di persone residenti in un istituto per anziani. Un dato che non sorprende, considerando che i costi medi annui per risiedere in una casa di cura ammontano a 72 000 franchi. Ma proprio questo aspetto evidenzia quanto sarebbe conveniente sgravare le PC su questo fronte e impiegarle per un aiuto finanziario mirato delle prestazioni di sostegno a domicilio», aggiunge Huber. Uno studio condotto da Pro Senectute mostra che ben 660 000 persone di età superiore ai 63 anni, se potessero contare semplicemente su un adeguato servizio di sostegno, potrebbero continuare a vivere a casa propria, in modo autonomo, e posticipare una eventuale degenza in una casa di cura o il risiedere in un istituto per anziani.
Nel 2021 la mozione 18.3716 sul finanziamento di forme di alloggio con assistenza o sostegno, depositata dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale, potrebbe gettare le basi per avanzare nella giusta direzione. Ma anche le imminenti riforme dell’AVS e del secondo pilastro saranno decisive per affrontare i nodi strutturali della povertà nell’anzianità. L’anno prossimo, il Parlamento dovrà fare la sua parte. «Rimarremo focalizzati su questi temi, per il bene delle fasce di popolazione più avanti negli anni, con l’obiettivo di contrastare ulteriormente la povertà fra gli anziani», promette Alain Huber.
Consulenza e calcolatore PC: due aiuti efficaci
Presso Pro Senectute, una prestazione di consulenza sociale su tre gravita attorno a problematiche di carattere finanziario. «Spesso si rivolgono a noi persone anziane con difficoltà economiche che non sanno di avere diritto alle PC nel caso in cui la rendita percepita sia insufficiente», spiega Huber. I collaboratori e le collaboratrici delle organizzazioni di Pro Senectute, in tutte le regioni del Paese, offrono alle persone anziane un sostegno per far valere i propri diritti nei confronti delle assicurazioni sociali. Anche il calcolatore PC di Pro Senectute, sviluppato di recente, costituisce un aiuto per stimare il diritto alle prestazioni complementari: www.prosenectute.ch/calcolatore-pc
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Comunicato stampa 29.12.2020 (PDF, 685 KB)
Novità per chi percepisce prestazioni complementari (PDF, 1594 KB)
Secondo uno studio condotto da Pro Senectute Svizzera, affinché tutti gli anziani abbiano la possibilità di vivere a lungo e serenamente a casa propria devono sussistere tre condizioni essenziali: una prossimità attiva, disponibilità economiche sufficienti e offerte di assistenza adeguate. Se non si interviene efficacemente, con l’evoluzione demografica e sociale che caratterizza la nostra epoca, la lacuna già esistente nel campo dell’assistenza diventerà ancora più grave.
Il lockdown dovuto al coronavirus ha reso ancora più evidente quanto le persone anziane che vivono in casa propria abbiano sempre più bisogno di aiuto man mano che l’età avanza. In passato, tuttavia, si disponeva di pochi dati sulla situazione dell’assistenza a questa categoria di persone. Ora, per la prima volta, un nuovo studio condotto da Pro Senectute Svizzera * in collaborazione con la ZHAW presenta con chiarezza l’entità dei costi legati all’erogazione di servizi domiciliari specifici per gli anziani. L’indagine ha coinvolto oltre 660'000 persone di età superiore ai 63 anni che necessitano almeno di una prestazione di assistenza. Sulla base dei risultati ottenuti, Pro Senectute ha definito un modello, per la Svizzera unico nel suo genere, che contempla 20 livelli di assistenza a domicilio – dai semplici acquisti a prestazioni multidisciplinari complesse. Il modello vuole essere un contributo per fare chiarezza sul fabbisogno di prestazioni di assistenza e sui relativi costi.
Assistenza a domicilio come soluzione per contrastare la solitudine
Attualmente, a quanto emerge dallo studio, i costi legati a un’assistenza domiciliare mirata ammonterebbero, sull’intero territorio svizzero, a una cifra compresa tra 4,2 e 5,6 miliardi di franchi l’anno. Colpisce in particolare un dato: una quota preponderante di tali costi non è riconducibile all’assistenza ad anziani con limitazioni fisiche, bensì all’assistenza ad anziani soli. Prese singolarmente, le prestazioni erogate a quest’ultima categoria di persone non comportano costi particolarmente elevati, ma la loro somma costituisce la componente più significativa rispetto al totale della spesa registrata. Da quanto osservato si evince che una prossimità attiva, o un servizio di sostegno economicamente sostenibile ma mirato, contribuisce non solo a contrastare la solitudine delle persone anziane, ma anche – dimostrabilmente – a preservare la loro salute.
L’assistenza domiciliare deve essere finanziariamente accessibile
Oggi la parte del leone nelle incombenze legate all’assistenza domiciliare di un anziano è svolta da congiunti, amici e vicini. Man mano che l’età avanza, tuttavia, le esigenze cambiano, e la cerchia dei parenti e conoscenti non riesce più a soddisfarle. In questi casi, spesso, il problema è come finanziare i costi necessari per usufruire di prestazioni di assistenza esterne. Attualmente, la maggior parte di tali servizi rimane a carico degli anziani, e molti non possono permetterseli. «Pro Senectute esaminerà a fondo la questione del finanziamento delle offerte di assistenza e se necessario si attiverà a livello politico», sottolinea Alain Huber, direttore di Pro Senectute Svizzera. Con un sostegno economico mirato, le persone anziane bisognose di assistenza potrebbero usufruire dei servizi di cui necessitano riuscendo così a posticipare, se non addirittura a evitare del tutto, il ricovero in una casa di cura. In questo modo, la pressione sulla spesa sanitaria si ridurrebbe sensibilmente.
Al centro di tutte le riflessioni devono essere poste le esigenze degli anziani, e queste variano nel tempo. «Pro Senectute svilupperà ulteriormente la propria offerta di prestazioni e servizi tenendo conto di questo aspetto. La Svizzera sta diventando un Paese di longevi, e serve una struttura assistenziale efficiente e accessibile per garantire a tutti una vecchiaia serena e per quanto possibile autonoma», spiega Huber.
* Lo studio «Betreuung von Seniorinnen und Senioren zu Hause: Bedarf und Kosten» (Assistenza domiciliare agli anziani: fabbisogno e costi)
In collaborazione con l’Istituto di economia sanitaria WIG dell’Università delle Scienze Applicate di Zurigo, Pro Senectute Svizzera ha analizzato il fabbisogno di prestazioni di assistenza degli anziani che vivono a casa propria e ha effettuato una stima dei relativi costi. Tale indagine si è resa necessaria perché, nella maggior parte dei casi, il sostegno a domicilio alle persone anziane viene prestato a livello informale e volontario da parenti o da istituzioni come Pro Senectute, ma in futuro, con il progressivo aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, ciò non sarà più sufficiente. Lo studio, finora unico nel suo genere in Svizzera, è un primo passo per arrivare a individuare nuove possibilità di finanziamento da implementare in futuro e sottoporle all’attenzione del mondo politico.
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Comunicato stampa 1° ottobre 2020 (PDF, 467 KB)
Sommario dello studio (PDF, 3788 KB)
Le offerte digitali sono molto apprezzate dalla generazione degli ultrasessantacinquenni: il 74 per cento di essi oggi sa come addentrarsi nella giungla del mondo virtuale. Nell’utilizzo delle tecnologie di telecomunicazione, i giovani anziani arrivano addirittura a tenere il passo con chi ha molte primavere in meno sulle spalle. Le cose cambiano con le persone più avanti negli anni. Il divario digitale si sta spostando e si apre in una fascia d’età più alta, posizionandosi verso gli ottantenni. È quanto emerge dallo studio «Digital Seniors 2020» di Pro Senectute Svizzera.
Gli anziani stanno scoprendo le possibilità offerte dagli strumenti digitali e apprezzano sempre di più il mondo virtuale. È questa la conclusione a cui approda lo studio nazionale «Digital Seniors 2020»*, condotto dall’Università di Zurigo per conto di Pro Senectute Svizzera prima che esplodesse la crisi legata al coronavirus. L’indagine evidenzia che nel giro di un decennio la quota degli over 65 in grado di utilizzare Internet è quasi raddoppiata, passando dal 38 al 74 per cento. L’uso di Internet in mobilità è addirittura più che duplicato dal 2015 (31 per cento) a oggi (68 per cento). A dieci anni di distanza dal primo sondaggio, le percentuali di utenti fra i giovani anziani sono pressoché identiche a quelle che si registrano fra la popolazione in età lavorativa.
Il divario digitale fra giovani e anziani, tuttavia, non è scomparso: semplicemente si è spostato. Effettuando una stima di massima, si può presupporre che in Svizzera vi siano ancora circa 400'000 anziani che non utilizzano Internet. Nel 2010 erano più di 820'000. I senior offline, oggi, sono in netta minoranza e per la maggior parte hanno più di 80 anni. La percentuale degli «onliner» diminuisce in maniera inversamente proporzionale all’età: mentre nella fascia dai 65 ai 69 anni la quota degli utilizzatori di Internet è pari al 95 per cento, in quella dagli 80 agli 84 anni essa scende al 54 per cento e fra gli over 85 cala ulteriormente al 35 per cento.
Grande interesse per le nuove offerte digitali
Cresce la curiosità degli anziani per le nuove offerte digitali e le app. Se cinque anni fa il loro interesse era catalizzato soprattutto dalle potenzialità di e-mail e orari online dei mezzi di trasporto, oggi l’attenzione viene rivolta alle soluzioni per la messaggistica istantanea e – sempre di più – alle app per la salute, così come ai braccialetti fitness. La terza indagine condotta a livello nazionale evidenzia inoltre un trend ben chiaro in relazione agli smartphone: negli ultimi anni, questi dispositivi si sono affermati come importanti strumenti per la ricerca di informazioni e la comunicazione in mobilità. Nel 2020, il 69 per cento degli anziani intervistati ha dichiarato di utilizzare uno smartphone; di questi, l’81 per cento ne fa uso quotidianamente. Nonostante quest’evoluzione, le principali fonti di informazioni per la generazione degli over 65 rimangono la televisione (93 per cento) e la radio (89 per cento). Gli anziani di età compresa fra i 65 e i 75 anni guardano la TV addirittura più spesso degli ultraottantenni.
Formazione e assistenza rimangono importanti
Soprattutto in un’epoca di trasformazione digitale come questa, in cui servizi online e tecnologie self service si sviluppano a ritmi velocissimi, offrire alle persone in età avanzata la possibilità di familiarizzare con i nuovi strumenti e imparare a utilizzarli è più importante che mai. «Come organizzazione al servizio delle persone anziane, ci impegniamo per favorire il loro ingresso nel mondo digitale e permettere loro di accedere alle tante possibilità offerte dalla digitalizzazione, attraverso corsi e assistenza concreta», spiega Alain Huber, direttore di Pro Senectute Svizzera. Vi sono ancora anziani che non hanno alcun accesso a Internet e alle offerte digitali. «Dobbiamo fare in modo che queste persone non vengano emarginate e conservino i propri legami sociali», dichiara Huber.
Superare il Social Distancing grazie alle offerte digitali
La pandemia da coronavirus ha dimostrato quanto siano importanti i canali di comunicazione digitali per il mantenimento dei contatti sociali: molte famiglie hanno insegnato ai nonni a utilizzare app quali Facetime, Zoom o WhatsApp per rimanere in contatto visivo con loro anche in situazioni di distanziamento fisico forzato. «Le nostre esperienze ci hanno permesso di riscontrare che le persone anziane hanno intensificato l’utilizzo delle soluzioni digitali e ampliato le relative competenze in seguito alla crisi legata al coronavirus», conferma Huber. Gli strumenti digitali, tuttavia, non si limitano a favorire i contatti sociali, ma accrescono anche l’autonomia e la mobilità delle persone in età avanzata. Lo studio evidenzia che gli anziani, grazie a Internet, si sentono più autonomi e indipendenti.
* Lo studio «Digital Seniors 2020» è stato condotto dal Centro di gerontologia dell’Università di Zurigo su incarico di Pro Senectute Svizzera. Dopo le indagini del 2010 e del 2015, si è tornati ad analizzare l’approccio degli ultrasessantacinquenni alle tecnologie di comunicazione digitale attraverso un’indagine rappresentativa svolta via posta e telefono sull’intero territorio svizzero, che ha coinvolto 1'149 persone over 65. Sono stati esaminati anche le modalità di fruizione dei media nella vita di tutti i giorni e l’atteggiamento generale nei confronti dei servizi digitali. I dati sono stati raccolti ad agosto e settembre 2019. Le proiezioni riportate nel presente comunicato stampa si basano sulle cifre «Popolazione 2019» dell’Ufficio federale di statistica (UFS), quindi su un totale di 1'606'051 ultrasessantacinquenni.
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Comunicato stampa 4 settembre 2020 (PDF, 514 KB)
Facts and Figures «Digital Seniors 2020» (PDF, 1360 KB)
Download studio (francese) (PDF, 3773 KB)
Da un’indagine rappresentativa condotta da Pro Senectute Svizzera è emerso che durante la crisi legata al coronavirus molti anziani hanno beneficiato di sostegno e attenzioni e che in particolare la famiglia ha svolto un ruolo fondamentale in tale contesto. Pro Senectute è tuttavia preoccupata per il fatto che quasi due terzi degli over 50* dubitano che il rapporto tra giovani e anziani uscirà «indenne» da questa pandemia in un’ottica di lungo termine.
Le misure varate a livello federale per il contenimento del coronavirus hanno messo a dura prova l’economia, la politica e la coesione sociale. Molti cittadini hanno espresso il timore che il dialogo tra giovani e anziani possa risentirne negativamente. Pro Senectute Svizzera ha voluto organizzare un’indagine rappresentativa per scoprire se la crisi «coronavirus» potrebbe influenzare sul lungo periodo la coesione tra generazioni: nelle ultime tre settimane l’istituto demoscopico gfs-zürich ha intervistato oltre 1200 ultracinquantenni, e i risultati mostrano un quadro variegato.
La solidarietà intergenerazionale non ha sofferto a causa del lockdown
L’aspetto positivo è che chi aveva bisogno di aiuto non è stato abbandonato: il 76 per cento degli over 75, ossia oltre mezzo milione di persone, e il 56 per cento dei soggetti di età compresa tra 65 e 74 anni hanno ricevuto sostegno nella vita di tutti i giorni. Gran parte degli ultracinquantenni è attualmente dell’idea che la pandemia e le conseguenti misure attuate non hanno comportato una discriminazione degli anziani. Quasi 2,5 milioni di over 50 (73%) pensano che la solidarietà intergenerazionale si sia addirittura rafforzata durante il lockdown.
Difficile stimare le conseguenze sul lungo periodo
Tuttavia quello che preoccupa Pro Senectute è il fatto che il 37 per cento degli intervistati, ossia 1,1 milioni di over 50, non sia attualmente in grado di valutare se l’immagine che i giovani hanno dell’anzianità possa venire pregiudicata in un’ottica di lungo periodo. Oltre 700 000 persone prevedono addirittura uno sviluppo negativo, e questa ipotesi è considerata ancora più realistica tra le persone di età compresa tra 50 e 65 anni. «Non dobbiamo sottovalutare questi segnali di insicurezza. Continueremo a monitorare da vicino la situazione» sottolinea Alain Huber, direttore di Pro Senectute Svizzera. «Se questo trend dovesse rafforzarsi, dovremo intervenire per favorire un’inversione di tendenza. Dopo tutto, il modello di successo della Svizzera si basa sulla coesione consensuale tra generazioni, che permette di garantire stabilità e benessere» aggiunge Huber.
Famigliari, vicini di casa e amici come ancora di salvezza sociale
I contatti sociali privati hanno invece contribuito a diffondere un senso di sicurezza. Durante la crisi «coronavirus», il 67 per cento degli ultracinquantenni ha infatti ricevuto sostegno da parte dei propri famigliari, ma non sono mancate neanche le iniziative di vicinato (19%), il supporto fornito da amici (12%) e da organizzazioni (6%). «Questo dimostra l’enorme importanza delle reti sociali a maglia stretta sia nelle situazioni di crisi che nella normale vita quotidiana» sottolinea il direttore di Pro Senectute Svizzera.
* Tutte le proiezioni si basano sulle cifre dell’UST «Popolazione 2019» e su un totale di 3 416 208 ultracinquantenni.
Comunicato stampa 28 maggio 2020 (PDF, 302 KB)
Indagine rappresentativa gfs-zürich (PDF, 442 KB)
A causa di questa situazione eccezionale sono state imposte limitazioni sempre maggiori, soprattutto alla popolazione anziana. Anche le persone appartenenti agli altri gruppi a rischio non devono andare a fare la spesa ma gli shop online sono al momento fortemente sollecitati e hanno inevitabili ritardi. Dal 16 marzo 2020 la Fondazione Pro Senectute Ticino e Moesano ha pertanto attivato un nuovo Servizio di sostegno a domicilio, per rispondere alle difficoltà della sua popolazione di riferimento. L’intero sistema delle consegne a domicilio, messo a dura prova nelle ultime settimane, aveva però bisogno di nuova linfa e più attori.
Pro Senectute Ticino e Moesano e Migros Ticino hanno dunque deciso insieme di rendere possibile un nuovo aiuto al vicinato per le fasce più deboli ed esposte della popolazione, anche nella nostra regione. A tal fine Migros ha riattivato temporaneamente l'apparato tecnologico del servizio di consegna Amigos, che da oggi, giovedì 2 aprile, sarà attivo anche in Ticino in lingua italiana.
Le persone appartenenti ai gruppi a rischio possono in qualità di clienti effettuare acquisti online, mentre i volontari, che appartengono invece a gruppi non a rischio, li effettuano fisicamente e li portano al domicilio degli acquirenti, senza contatti diretti. Gli ordini possono essere effettuati anche per terzi che non vivono allo stesso indirizzo di chi effettua l'ordine. È stato introdotto un limite massimo di due sacchetti della spesa per ordine. Il pagamento è possibile solo con carta di credito. Le spiegazioni in dettaglio della procedura sono disponibili sul sito www.amigos.ch.
Il servizio è organizzato nel pieno del rispetto delle direttive emanate dall’Ufficio federale della sanità pubblica e dall’ Ufficio del medico Cantonale.
In sostanza:
Aiutateci ad aiutare!
Siete in salute e volete essere d‘aiuto? Cerchiamo volontari! Scaricate l’App Amigos, che è da subito disponibile gratuitamente negli App store e registratevi come «volontari».
Fatevi aiutare!
Appartenete a un gruppo a rischio? Rimanete a casa! Dei volontari vi porteranno la spesa fino alla porta di casa. Ordinate la vostra spesa su www.amigos.ch.
Per qualsiasi domanda tecnica e NON per effettuare ordini, sarà attiva un’Infoline: 0800 789 000 (gratuito),
e-mail: support@amigos.ch.
Pro Senectute Ticino e Moesano, Migros Ticino
La pandemia del Virus Covid-19 e le misure protettive introdotte dalla Confederazione e dai Cantoni hanno conseguenze di vasta portata. Non è solo la vita sociale a essere fortemente limitata: molte persone verranno a trovarsi in situazioni precarie o lo sono già. Per questa ragione, con il sostegno dell'SRG/SSR/RSI, la Catena della Solidarietà lancia un appello alle donazioni. I fondi raccolti verranno utilizzati per assistenza immediata e aiuto sociale in Svizzera, laddove l’intervento di Governo e Cantoni non sia sufficiente. Le donazioni sono possibili da subito: online su www.catena-della-solidarieta.ch o tramite e-banking sul conto postale 10-15000-6 con la menzione «Coronavirus». Parallelamente la Catena sostiene attivamente la diffusione delle misure di protezione raccomandate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in modo che tutti mostrino solidarietà verso le fasce più deboli della società. Questa crisi possiamo superarla solo se tutti siamo uniti.
La Catena della Solidarietà chiama a raccolta la popolazione svizzera in caso di catastrofi e offre sostegno laddove lo stato non può aiutare. Nella sua storia la Fondazione ha dovuto affrontare raramente emergenze sociali in Svizzera derivanti da una crisi economica. «Lavoro da 20 anni alla Catena della Solidarietà e non ho mai vissuto una crisi economia e sociale di tale portata in Svizzera, ciò che giustifica l’appello alla solidarietà che la nostra Fondazione lancia a favore degli abitanti più vulnerabili del nostro paese. Ognuno può fare la differenza», dichiara Catherine Baud-Lavigne, direttrice aggiunta della Catena della Solidarietà.
Nel delicato momento attuale Confederazione e Cantoni hanno preso la decisione di mettere a disposizione i fondi necessari per attenuare le conseguenze economiche di questa grave crisi. Tuttavia ci saranno persone che passeranno attraverso le maglie della rete sociale. Lo scopo di questa colletta è fornire un aiuto immediato. Intendiamo sostenere le persone anziane o portatrici di handicap che sono malate, che vivono isolate e che sono dipendenti da aiuti esterni, oltre alle vittime di violenza famigliare. Vogliamo aiutare anche i senza tetto in stato di indigenza, le persone che vivono in strutture ricettive (migranti, minori in difficoltà, malati) oltre ad individui e famiglie gravemente colpiti dalle conseguenze economiche, sociali e sanitarie della pandemia.
Aiuto sussidiario
La Catena della Solidarietà è in contatto con diverse organizzazioni per l’applicazione di aiuti d'emergenza, in particolare con Caritas Svizzera e le sue organizzazioni regionali, con la Croce Rossa Svizzera e le sue associazioni cantonali, con le associazioni regionali del Soccorso Operaio Svizzero, le organizzazioni cantonali e intercantonali Pro Senectute. Le richieste di aiuto devono essere indirizzate direttamente a questi enti che sono meglio attrezzati per esaminarle ed esaudirle e possono fornire aiuto immediato. La Catena della Solidarietà sta inoltre vagliando la possibilità di sostenere organizzazioni nel campo dell'aiuto alimentare. In una seconda fase è previsto il sostegno ad altre organizzazioni umanitarie in Svizzera.
Le azioni sostenute dovranno in ogni caso essere sussidiarie alle misure pubbliche. Verrà istituita una commissione di esperti per prendere decisioni sulle domande di finanziamento. Come per le altre raccolte di fondi della Catena della Solidarietà, questa commissione utilizzerà linee guida precise per decidere quali progetti e azioni sostenere.
Lancio nazionale senza centralino
La Catena della Solidarietà accetta da subito donazioni online sul sito www.catena-della-solidarieta.ch o tramite e-banking sul conto postale 10-15000-6 con la menzione «Coronavirus». A differenza delle raccolte regolari, per motivi logistici e sanitari non è possibile organizzare alcun centralino telefonico nazionale per le promesse di donazione.
Richiesta congiunta di solidarietà con l’UFSP
La straordinaria situazione richiede misure eccezionali: oltre all’appello nazionale per donazioni, la Catena si appella alla solidarietà a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione. Sostiene e pubblicizza attivamente attraverso i suoi canali tutte le misure richieste dall’UFSP per contrastare la pandemia, in particolare il concetto di «distanze sociali».
Il coronavirus dilaga e la nostra quotidianità viene stravolta dall’introduzione di misure drastiche. Pro Senectute raccomanda a tutti, in particolare agli anziani, di attenersi tassativamente alle prescrizioni emanate dalla Confederazione e dai Cantoni.
Agli anziani viene chiesto un grande sforzo in questo momento: essi rappresentano infatti una categoria a rischio, da un lato perché già a partire dai 50 anni il sistema immunitario si fa sempre più debole, dall’altro perché con l’avanzare dell’età insorgono varie patologie. Per di più, oggi sappiamo per certo che la maggior parte dei decessi provocati dal coronavirus riguarda proprio questa fascia di età.
La conseguenza di tutto questo è che le persone avanti negli anni si vedono costrette a introdurre pesanti limitazioni nella loro quotidianità e a rinunciare a importanti contatti sociali, perfino a quelli con i propri famigliari. Questi sacrifici, tuttavia, non servono solo a proteggere loro. In una situazione di emergenza come questa, infatti, è importante evitare in ogni modo di sovraccaricare le strutture sanitarie. «Ci rendiamo conto che si potrebbe facilmente perdere di vista questo obiettivo», spiega Eveline Widmer-Schlumpf, presidente del Consiglio di fondazione di Pro Senectute Svizzera.
Pro Senectute esorta quindi tutta la popolazione a rispettare scrupolosamente le indicazioni date dalla Confederazione e dai Cantoni, a mostrarsi solidale nella quotidianità e a disporsi alla pazienza e alla fiducia. «Le misure sono incisive per tutti, e per qualcuno estremamente dure. Ma sono necessarie. Solo insieme possiamo arginare il coronavirus», sottolinea Eveline Widmer-Schlumpf.
Le 24 organizzazioni cantonali e intercantonali di Pro Senectute esaminano costantemente l’evolversi della situazione e sono in stretto contatto con le autorità competenti. I 130 centri di consulenza possono essere contattati telefonicamente come di consueto. «Purtroppo oggi dobbiamo mettere in conto che questa situazione non migliorerà nel breve periodo. Per questo motivo Pro Senectute sta vagliando diverse misure volte a supportare la popolazione anziana», spiega la presidente del Consiglio di fondazione.
In Svizzera, l’emergenza coronavirus si sta aggravando. Tra le categorie a rischio ci sono gli anziani, che per proteggersi sono costretti a trascorrere sempre più tempo in casa. Tuttavia, i contatti sociali sono estremamente importanti per loro. Una possibilità per evitare almeno in parte l’isolamento sociale è la catena telefonica di Pro Senectute.
Stiamo vivendo una situazione eccezionale: il coronavirus rappresenta un rischio enorme per gli anziani, quindi tutti noi abbiamo il dovere di collaborare per proteggere questa fascia della popolazione. Oltre alle norme igieniche stabilite dalla Confederazione, che vanno tassativamente rispettate, anche le raccomandazioni di comportamento dell’Ufficio federale della sanità pubblica contribuiscono in misura determinante a rallentare la diffusione del virus. Le direttive sul «Social Distancing» (distanza sociale) vanno prese molto seriamente: occorre rispettare una distanza di sicurezza ottimale di due metri negli spazi pubblici, evitare assembramenti e limitare temporaneamente i contatti sociali, valutando i rischi che si corrono.
Situazione eccezionale, misure eccezionali
Proprio gli anziani, tuttavia, hanno un particolare bisogno di mantenere i contatti sociali. Per questo Pro Senectute Svizzera raccomanda di utilizzare la catena telefonica, che funziona in base a un’idea semplice e ricorda il passaparola telefonico dei tempi di scuola, per contattarsi a vicenda. I membri della catena si chiamano a turno l’un l’altro una volta la settimana per sapere se tutto va bene e scambiarsi le ultime novità. Così, insieme, possiamo fare un piccolo gesto per contrastare l’isolamento sociale. Maggiori informazioni sulla catena telefonica sono disponibili sul sito www.prosenectute.ch/catene-telefoniche.
Per proteggere le persone anziane, Pro Senectute ha cancellato o ridotto drasticamente il programma dei corsi e sconsiglia ai nonni di accudire i nipoti o di ricevere visite. «Lo so, è dura da accettare», afferma Alain Huber, direttore di Pro Senectute Svizzera, «ma in questo momento la priorità è tutelare la popolazione anziana. Una situazione eccezionale richiede misure eccezionali.»
Le 24 organizzazioni cantonali e intercantonali di Pro Senectute valutano la situazione più volte al giorno. «Abbiamo invitato tutti a seguire una linea prudente e ad annullare corsi e altre iniziative in caso di dubbio», prosegue Alain Huber. Di conseguenza, Pro Senectute Svizzera raccomanda anche ai suoi volontari impegnati come «anziani in classe» o in tandem di lettura con gli allievi delle scuole a cancellare i prossimi appuntamenti.
Comunicato stampa 13.03.2020 (PDF, 286 KB)
Brochure informativa Catene telefoniche Pro Senectute Svizzera (PDF, 576 KB)
YouTube catene telefoniche
Quanto più si avvicina il pensionamento, tanto più intensamente le persone in Svizzera si occupano della situazione abitativa in età avanzata. Tuttavia, secondo l'attuale studio «Abitare in età avanzata» di Pro Senectute Svizzera e Raiffeisen, prima del pensionamento solo uno su dieci si è avvalso almeno una volta di una consulenza sulla situazione abitativa in età avanzata.
Oltre un milione di baby-boomer, ovvero un occupato su cinque in Svizzera, andrà in pensione nei prossimi dieci anni. Le persone nate tra il 1946 e il 1964 vogliono condurre una vita autonoma e autodeterminata anche in età avanzata. A tal fine è, tra l'altro, indispensabile una previdenza finanziaria costituita per tempo, affinché i mezzi finanziari bastino a lungo durante il pensionamento.
Come rileva lo studio «Abitare in età avanzata», appena pubblicato da Pro Senectute Svizzera e Raiffeisen, la situazione abitativa e di vita dopo il pensionamento viene affrontata in egual misura sia dai proprietari di abitazioni che dai locatari. Quasi due terzi degli intervistati di età compresa tra 35 e 44 anni si è già interrogato sulla forma abitativa nell'età pensionabile. Tuttavia, solo il 10% degli intervistati è già ricorso a una consulenza. Il tema sembrerebbe richiedere competenza, poiché solo uno su cinque si sente sufficientemente competente in materia. Tutti i gruppi di età a partire da 35 anni sarebbero perlopiù favorevoli a una consulenza finanziaria globale sul tema «Abitare in età avanzata» di una banca.
Maggiore soddisfazione tra le proprie quattro mura
Intervistate sulla propria situazione abitativa attuale, in tutti i gruppi di età risultano più soddisfatte le persone con abitazione primaria rispetto alle persone in affitto. Tuttavia, ciò che colpisce è che la soddisfazione dei locatari cambia decisamente in meglio con il crescere dell'età: da oltre il 60% nell'età compresa tra i 35 e i 44 anni a quasi il 90% per persone di età tra i 65 e i 75 anni. A proprio giudizio, la maggior parte delle persone più anziane fino a 75 anni non ha praticamente bisogno di assistenza nelle attività quotidiane (pulizie, acquisti, igiene personale, ecc.). Tuttavia, chi ha bisogno di aiuto ricorre di norma ai familiari.
Con l'aumentare dell'età cresce l'accettazione di forme abitative adatte all'età avanzata, quali abitazioni per anziani, case plurigenerazionali o residenze per anziani. La procedura di richiesta per un appartamento per anziani e la vendita della proprietà devono però essere semplici. «Motivi di salute e grandi cambiamenti in ambito privato (divorzio, decesso, necessità di assistenza e cure) rappresentano per più della metà degli intervistati motivi impellenti per un cambio di abitazione in età avanzata. A questa età e per le persone intervistate i motivi finanziari hanno ancora un ruolo secondario», spiega Peter Burri Follath, Responsabile Marketing e Comunicazione presso Pro Senectute Svizzera.
Il desiderio di una consulenza globale è grande
«I risultati dello studio ci indicano anche che la finanziabilità e la sostenibilità della proprietà di abitazione in età avanzata non rappresenta ancora un problema generale. Per le persone che hanno problemi con il finanziamento della proprietà di abitazione dopo il pensionamento, ciò dovrebbe nella maggior parte dei casi essere stato d'attualità già prima dell'uscita dalla vita lavorativa», spiega Roland Altwegg, Responsabile della gestione del prodotto presso Raiffeisen Svizzera. Ciò mostra quanto sia importante l'assistenza in questioni riguardanti soluzioni previdenziali e finanziamento della proprietà di abitazione in età avanzata.
Una consulenza previdenziale è anche urgentemente necessaria. Infatti, nel complesso solo un quarto degli intervistati di età compresa tra 34 e 64 anni affronta in modo approfondito la previdenza finanziaria per l'abitazione in età avanzata. Più elevata è l'età della persona, maggiore è la sua attenzione alla previdenza finanziaria per l'abitazione in età avanzata. Anche i proprietari di abitazioni affrontano il tema più frequentemente e in modo più approfondito di quanto facciano i locatari. Il patrimonio, invece, ha solo un effetto negativo estremamente limitato.
Il desiderio di una consulenza globale per la pianificazione della pensione è grande, come rileva sempre lo studio: temi quali ristrutturazioni/risanamenti, progettazione di abitazione e delle aree circostanti, forme abitative adeguate all'età avanzata, chiarimento della situazione previdenziale e pensionistica, domande in materia di eredità/testamento e sulla regolamentazione previdenziale delle situazioni eccezionali (mandato precauzionale, direttive del paziente, situazione relativa alle cure). Bisognerebbe ricorrere a una consulenza di questo genere per tempo, al più tardi all'età di 55 anni, raccomandano gli autori dello studio.
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Al sondaggio online dello studio «Abitare in età avanzata» di Pro Senectute Svizzera e Raiffeisen hanno partecipato 1004 persone (di età compresa tra i 35 e i 75 anni) nella Svizzera tedesca, Svizzera occidentale e in Ticino.
Oggi in tutta la Svizzera verranno distribuite, all’acquisto di un caffè da asporto, oltre 50 000 fascette antiscottatura sferruzzate dai volontari. Con questa iniziativa, Pro Senectute e Alzheimer Svizzera puntano a sensibilizzare la popolazione sulla demenza e sulle sue conseguenze nella vita di tutti i giorni.
Dallo scorso settembre, numerosissimi volontari in tutta la Svizzera hanno impugnato i ferri da maglia e realizzato oltre 50 000 fascette antiscottatura colorate. Oggi, 22 gennaio 2020, questi originali manufatti vengono distribuiti a coloro che acquistano un caffè da asporto, insieme a una scheda informativa con semplici consigli su come interagire con le persone affette da demenza. La campagna è alla sua seconda edizione. L’anno scorso, Pro Senectute e Alzheimer Svizzera si erano alleate con l’associazione Panettieri-Confettieri svizzeri per attirare l’attenzione sulla demenza e sulle sue conseguenze nella vita di tutti i giorni; quest’anno l’iniziativa è stata aperta a bar, ristoranti, stazioni di servizio e chioschi. Sphères, il bar in Hardturmstrasse 66 a Zurigo, è stato il primo punto vendita a iscriversi. Il suo titolare, Philipp Probst, è ben felice di dare una mano a promuovere la presa di coscienza in merito alla demenza: «La demenza non dovrebbe essere un tabù e le persone colpite dovrebbero sapere dove possono trovare aiuto e non isolarsi. Con questa iniziativa allo Sphères spero di attirare l’attenzione di qualche avventore per accrescere la consapevolezza verso questa patologia».
Oggi in Svizzera vivono circa 155 000 persone affette da demenza. Sono cittadini come noi, e tutti possiamo dare un contributo affinché continuino a rimanere integrati nella vita sociale. È proprio questo il fulcro dell’iniziativa nazionale, che è affiancata da una campagna svolta sui mezzi di trasporto pubblici nelle aree urbane e suburbane. I pendolari, attraverso schede informative, vengono sensibilizzati sugli aspetti a cui prestare attenzione quando si conversa con un malato e sul comportamento corretto da tenere con una persona disorientata. I punti vendita in prossimità di stazioni e fermate sono particolarmente indicati per diffondere il messaggio tra la gente: utenti di ogni età, ma soprattutto molti giovani che utilizzano i mezzi pubblici per spostarsi, si fermano qui per un caffè.